Mastoplastica riduttiva





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MASTOPLASTICA RIDUTTIVA

Una mastoplastica riduttiva è indicata come intervento sia per ragioni  estetiche sia per questioni posturali. Certe donne sin dall’epoca adolescenziale hanno uno sviluppo tale del seno ( si parla di ipertrofia verginale ) da accusare problemi anche semplicemente per  reperire taglie di reggiseno abbastanza grandi da contenere le loro enormi mammelle. La mastoplastica riduttiva per tali donne non costituisce quindi solo un capriccio.

Nota beneOltreché soffrire di veri e propri complessi nell’esibirsi, queste giovani donne possono essere condizionate anche nel  praticare lo sport e molte altre attività ludiche. Il ricorso a una mastoplastica riduttiva per tali soggetti serve a migliorare la loro qualità di vita.

Dal punto di vista non strettamente estetico dobbiamo dire che mammelle tanto ipertrofiche e quindi pesanti sono causa di  un auto decubito e quindi di  dermatiti e di  vere e proprie lesioni cutanee. La mastoplastica riduttiva in questi casi assume anche il significato di intervento terapeutico.
Infatti, poiché una ipertrofia mammaria, che oltre un certo grado è definita anche gigantomastia, costituisce la base anatomica di una patologia cutanea o ortopedica ( per le infiammazioni che causa sulla cute e per la sofferenza che il peso eccessivo determina sulla colonna ), l’intervento di mastoplastica riduttiva dal punto di vista assistenziale è riconosciuto come dovuto dal SSN (Sistema Sanitario Nazionale) e può essere a suo carico.



Mastoplastica riduttiva: scopo dell'intervento

Lifting viso visita di consultazioneL’obbiettivo tanto desiderato e atteso dalle donne condannate ( è il caso di dire )  da mammelle enormi è di liberarsi finalmente da un peso, in tutti i sensi del termine, fisico e psicologico con la  mastoplastica riduttiva, per sentirsi più normali sia in ordine al loro quotidiano ( normale facilità nei movimenti e normale semplicità nel vestirsi ) sia dal punto di vista estetico.
Possiamo affermare tuttavia che il fattore estetico nelle ipertrofie di un certo grado è di secondo piano, date le richieste esplicite di questa categoria di pazienti quando chiedono una mastoplastica riduttiva: la chiedono oltre il limite estetico, cioè chiedono mammelle più piccole di quanto la particolare estetica del loro corpo non abbia a suggerire. É la qualità della vita che le donne con grosse mammelle sospirano “senza peso”, più del guadagno estetico quando chiedono alla mastoplastica riduttiva mammelle di piccole dimensioni.



Mastoplastica riduttiva strategie chirurgiche

Le strategie chirurgiche degli interventi di  mastoplastica riduttiva disponibili per ridurre le dimensioni delle mammelle di grandi dimensioni sono più o meno le stesse, per quanto riguarda il trattamento chirurgico del mantello cutaneo da ridurre, delle tecniche per le mastopessi, una volta che le mammelle siano state svuotate chirurgicamente dalla massa ipertrofica. Mentre per quanto riguarda le strategie attuabili per ridurre la massa ipertrofica ci sono una infinità di tecniche.

Per il visitatore interessato a questo argomento non serve più di tanto sapere che ci sono alcune  tecniche di mastoplastica riduttiva che contemplano la rimozione della massa ghiandolo adiposa ipertrofica per raggiungere il nuovo peso o la nuova dimensione, selettivamente a livello della regione superiore delle mammelle, versus tecniche che prediligono rimuovere il tessuto in più, centralmente o inferiormente. Le ragioni tecniche dell’una o dell’altra tecnica sono poco disponibili alla comprensione per i non addetti ai lavori che, se pazienti candidati a una mastoplastica riduttiva, devono solo aver fiducia del chirurgo prescelto.

É prudente osservare, dopo queste brevi note introduttive, che la mastoplastica riduttiva è tra le procedure più complesse della chirurgia plastica, in particolare quando sia necessaria una notevole riduzione di volume.

É giusto anche rilevare che le cicatrici chirurgiche esito delle ferite chirurgiche ( accessi chirurgici ) di una mastoplastica riduttiva sono tra le più evidenti ed estese in chirurgia plastica  estetica.
Anche per quanto concerne la qualità estetica finale, le cicatrici di una  mastoplastica riduttiva risultano quelle esteticamente meno “dotate”, datosi che le ferite chirurgiche devono sopportare le conseguenze ( memoria di forma ) di  una grande  rivoluzione di forma.



Mastoplastica riduttiva prima dell'intervento

Stabilire quanto tessuto asportare, e quindi di quante taglie diminuire il seno nell’intervento di mastoplastica riduttiva a fronte di mammelle di grandi dimensioni, è una decisione da ponderare adeguatamente.
Il chirurgo esperto sa bene che una certa categoria di pazienti afflitte da tanto tempo dalla “piaga” di mammelle grosse e pesanti vorrebbe farle sparire e che per questo richiedono eufemisticamente una mastoplastica riduttiva anziché una mastectomia. Sta al chirurgo far riflettere queste pazienti sull’opportunià di valutare anche l’aspetto estetico e di non aver timore di rimanere con un volume adeguato di seno, proporzionato al resto del corpo.

In tema di preparazione all’intervento per una mastoplastica riduttiva è obbligatorio prescrivere alla paziente gli esami strumentali necessari previsti per lo screening del Ca mammario ( a seconda dell’età della paziente saranno da prescrivere una ecografia o una mammografia o una risonanza magnetica nucleare ) oltre ai comuni esami ematochimici e all’elettrocardiogramma.

Nell’ambito del rilievo dell’anamnesi vanno attentamente ricercati e individuati i disturbi endocrini che potrebbero ritardare la guarigione delle ferite, come il diabete mellito. Non dobbiamo infatti dimenticare che il gesto chirurgico nella mastoplastica riduttiva è molto invasivo, le ferite molto estese e i tempi di guarigione più lunghi rispetto alle altre procedure anche in un soggetto giovane e perfettamente sano. L’esistenza di una patologia come il diabete quindi andrà rilevata e sarà valutata una sua perfetta compensazione, mentre sarà predisposta una profilassi antibiotica più severa data la maggior vulnerabilità del soggetto diabetico alle infezioni.

In tema di risultato è consigliabile una attenta valutazione delle pazienti in sovrappeso in quanto dopo una mastoplastica riduttiva una eventuale perdita successiva di peso ( spesso accade che dopo un intervento di chirurgia estetica il paziente presti maggior cura al proprio corpo ) potrà causare una ptosi secondaria.



Mastoplastica riduttiva post operatorio

L’intervento chirurgico di mastoplastica riduttiva va realizzato quasi  sempre in condizioni di anestesia generale e in regime di ricovero non solo diurno, dopo l’intervento, ma almeno anche di una  notte. Se la paziente  è in grande sovrappeso ( ce lo dirà il suo indice di massa corporea ) in difetto di una sua volontà di seguire una dieta prima dell’intervento, potrà essere preso in considerazione un eventuale appoggio post operatorio in condizioni di assistenza  intensiva.
Dopo il tempo di rito previsto per l’ “ osservazione” nell’immediato post operatorio, nella camera di risveglio nelle vicinanze della camera operatoria,  la paziente che ha subito una  mastoplastica riduttiva verrà tradotta nella sua  stanza di degenza ordinaria. Le saranno somministrati degli antidolorifici e dovrà sopportare una medicazione chirurgica tipica elastocompressiva. Di lato alla medicazione da ciascun lato fuoriusciranno i tubicini dei drenaggi utili all’evacuazione del sangue. La prima medicazione sarà eseguita il giorno successivo l’intervento di  mastoplastica riduttiva per valutare il trofismo dei tessuti e la presenza o meno di ematomi. I drenaggi verranno rimossi dopo qualche giorno anche se la paziente sia dimissibile.



Mastoplastica riduttiva tempi di recupero

La mastoplastica riduttiva, specie se si tratta di mammelle di grandi dimensioni è un intervento abbastanza  pesante per quanto riguarda la paziente. É prudente quindi  che la paziente candidata all’intervento di  mastoplastica riduttiva sia resa edotta del fatto che potrebbe aver bisogno di un’assistenza domiciliare dopo la dimissione anche semplicemente dai familiari ma per almeno una decina di giorni.
Relativamente ai tempi di recupero per quanto riguarda una mastoplastica riduttiva, il protrarsi di questi discende anche dalla guarigione delle ferite chirurgiche che come abbiamo più volte affermato  sono estese in questo tipo di intervento e talvolta faticano a  guarire interamente, persistendo punti cruenti che tenderanno a guarire lentamente nel corso delle varie medicazioni e sotto crosta.
Possiamo comunque affermare che se non accadono complicazioni particolari come una diastasi delle suture in genere per infezione o per ematoma o necrosi cutanee, una decina di giorni dopo  l’intervento di mastoplastica riduttiva il paziente potrà eliminare tutte o quasi le garze di medicazione.



Mastoplastica riduttiva cicatrici

Le cicatrici tipiche, a guarigione avvenuta di ogni mastoplastica riduttiva sono in numero di tre: una tipicamente periareolare, una seconda che decorre dall’areola al solco sottomammario e la terza posizionata a livello del solco stesso a disegnare la tipica  Ti rovesciata.
Le cicatrici della mastoplastica riduttiva evolvono e quindi subiscono variazioni, in genere in meglio nel corso di un annetto. La possibilità di intervenire sull’evoluzione delle cicatrici per migliorarne la qualità estetica  è limitata in questo arco di tempo. Le possibilità tecniche di agire sull’evoluzione peggiorativa di una cicatrice sono affidate ad alcune sostanze della serie degli antifibroplasici e a strategie compressive.



Mastoplastica riduttiva rischi, complicanze

I rischi più temuti nell’ambito di un intervento di  mastoplastica riduttiva sono le sofferenze di aree di tessuto specie a livello delle areole o nelle sedi vicine alle incisioni chirurgiche specialmente dove le incisioni chirurgiche stesse si incrociano ( punto di unione a livello dei solchi tra suture verticali e orizzontali ). Questi eventi possono comportare ritardi di guarigione e quindi una maggiore frequentazione dell’ambulatorio di medicazione e talvolta un piccolo intervento di revisione chirurgica.

La complicazione  più grave di una  mastoplastica riduttiva è costituita dalla sofferenza tessutale che comporta la  necrosi di parte dell’areola o di tutta l’areola. Questa complicazione, che raramente si risolve spontaneamente, può essere cagionata dall’eccessiva e imprudente de connessione dei tessuti dai quali passa il nutrimento alle areole, nell’ambito di demolizioni eccessive del parenchima mammario. Talvolta, ma molto raramente a “bocce ferme”, si rende necessario un intervento ricostruttivo del complesso areolare danneggiato.

Per quanto concerne il tema dolente dei risultati insoddisfacenti  di una mastoplastica riduttiva possiamo affermare  che il difetto  più frequente dopo un intervento di mastoplastica riduttiva è la ptosi  dei quadranti inferiori delle mammelle, mentre le areole  rimangono in posizione più elevata anziché al centro del cono mammario come esteticamente sarebbe più giusto che fossero. Fortunatamente questa condizione è facilmente risolvibile con un ritocco chirurgico.

Altre condizioni esito di una mastoplastica riduttiva e  che necessitano di un ritocco sono rappresentate dalle asimmetrie  delle areole e dei capezzoli.

Le asimmetrie di volume ( quando una mammella risulta sensibilmente più grossa dell’altra ) possono comparire anche tempo dopo l’intervento per riassorbimento asimmetrico della componente adiposa ( lipolisi ).



Mastoplastica riduttiva con protesi mammarie

L’intervento di mastoplastica riduttiva integrato da un impianto di protesi mammaria costituisce una finezza tecnica, anziché come potrebbe sembrare di primo acchito un comportamento contraddittorio. Si tratta di un accorgimento, comparso in letteratura di settore da molto poco tempo, per prevenire il difetto già segnalato della ptosi dei poli inferiori alle mammelle che fa seguito allo svuotamento dei poli superiori. Con l’impianto delle protesi i poli superiori restano più proiettati e le areole nella posizione più appropriata al centro dei coni mammari.
Ovviamente questa finezza tecnica non andrà “spesa” nell’ambito di una gigantomastia ove i problemi posturali della donna prevedono la massima riduzione possibile di peso delle mammelle, ma sarà da prendere in considerazione in una mastoplastica riduttiva diretta a soggetti con un seno  grosso e cadente che hanno particolarmente a cuore l’estetica del loro seno.



Mastoplastica riduttiva e risultati nel tempo

In termini di durata nel tempo del risultato ottenuto con una  mastoplastica riduttiva è intuitivo che ciò dipenda da tanti fattori: l’età della paziente, l’elasticità dei suoi tessuti, la sua condotta di vita ecc Se una giovane paziente potrà andare incontro ad altre gravidanze con significative variazioni di peso e di trofismo ghiandolare dei tessuti mammari, è probabile che anche il suo seno vada incontro a trasformazioni che solo una nuova procedura di chirurgia estetica potrà ricondurre in un percorso esteticamente accettabile.

Non c’è nulla che dura tutta la vita, ma prendere coscienza dei limiti del proprio corpo può servire per mantenerlo più facilmente “ in forma ”.

Le variazioni significative  di peso sicuramente non giovano all’estetica. Diciamo inoltre che una paziente in grande sovrappeso che sapesse di avere con certezza già programmato di rientrare nel suo peso forma, dovrebbe farlo prima di sottoporsi alla sua   mastoplastica riduttiva per non rischiare di perdere le posizioni acquisite in termini di estetica del suo seno.

Sempre in termini di definitività del risultato è giusto osservare che se la paziente decidesse di mantenere come progetto del suo intervento di mastoplastica riduttiva una dimensione sempre di taglia forte, questo non facilita la durata nel tempo del risultato. Infatti più le mammelle sono di grandi dimensioni più tendono a scendere e rischiano di dover ricorrere ad un altro intervento per mantenersi in forma.
Nell’esperienza comune a noi chirurghi estetici, l’essere riusciti a convincere le nostre pazienti candidate alla mastoplastica riduttiva ad ascoltarci ed  accettare le nostre proposte di una misura adeguata di seno come progetto di massima della riduzione in programma, ci ha consentito di ritrovare  in occasione delle visite di controllo anche a distanza di molti anni ancora gli stessi risultati ottenuti in passato.