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PROTESI MAMMARIE
Le protesi mammarie fanno la loro comparsa già negli anni 50 e diventano prime attrici, dominando il business della chirurgia estetica negli anni sessanta. Il passato storico delle protesi mammarie quindi è sufficientemente adulto da garantire che sorprese particolari è difficile che ne possano dare.
Il componente delle protesi mammarie, il silicone, a seconda del momento e dell'epoca, idealizzato, santificato o demonizzato fino a finire sul banco degli imputati maggiori, risulta peraltro essere tra i prodotti biomedicali, il biomateriale più utilizzato e quindi più collaudato.
Teniamo comunque presente che la interazione del silicone delle protesi mammarie con i tessuti con i quali viene a contatto, determina reazioni variabili a seconda dello stato di polimerizzazione del prodotto che ne determina il suo "stato" fisico: solido, gel oppure oleoso.
Il silicone sotto forma di olio utile per iniezioni intratissutali genera infiammazioni locali e causa granulomi da corpo estraneo denominati siliconomi.
Mano mano che il silicone diviene più coesivo, la sua reattività diminuisce, fino ad essere bio compatibile allo stato solido.
Le protesi mammarie di un tempo erano fatte di silicone morbido, avevano una superficie liscia e lasciavano trasudare abbondantemente l'olio di silicone ( altamente reattivo ) che era causa di reazioni infiammatorie croniche che comportavano una elevata frequenza di contratture capsulari intorno alle protesi mammarie con effetto di indurimento delle mammelle.
Intorno alle protesi mammarie ( in presenza di corpo estraneo ) le difese dell'organismo creano una barriera d'isolamento ( capsula fibrosa ) che se reattiva diventa spessa e tende a contrarsi.
In conseguenza della contrattura capsulare che avviene attorno alle protesi mammarie che può essere di vari gradi, le mammelle si induriscono fino a cambiare forma e a procurare dolore.Notizie inquietanti in un passato molto recente ( protesi mammarie PIP e silicone non medicale col quale sarebbero state confezionate certe protesi mammarie da una certa data in avanti e poi ritirate dal commercio...) hanno riproposto il tema della sicurezza degli impianti protesici.
Le protesi che oggi sono più richieste sono quelle americane, un po' per motivi psicologici ( le protesi PIP incriminate erano francesi...) un po' per fiducia nei confronti del FDA come organo di controllo americano.
In tema di durata oggi non possiamo garantire che le protesi mammarie durino indefinitamente, ma possiamo dare una previsione di durata di massima di una decina d'anni.
Dopo tale periodo una protesi mammaria, se da un'indagine strumentale risultasse deteriorata, andrebbe sostituita.Altro tema sollevato spesso sia dai media che dalle pazienti è la temuta relazione tra protesi mammarie e cancro al seno. Sembrerebbe che non ci sia alcuna relazione tra protesi mammarie e aumento del rischio del carcinoma mammario.
Altro timore per le candidate alle protesi mammarie è l'eventuale controindicazione all'allattamento. Anche qui, gli studi relativi escludono danni per il neonato allattato al seno da portatrice di protesi mammarie.